Da vedere ai Campi Flegrei

Campi Glegrei

La terra del mito

I Campi Flegrei, così chiamati dai Greci che subito si resero conto del fuoco che scorreva sotto questa terra, fanno da sfondo a molti dei più famosi miti greci. Il Lago D’Averno è stato per secoli la porta d’ingresso agli inferi usata da Orfeo, Ulisse ed Enea per raggiungere il regno dei morti. A Baia c’è stato Ulisse con il suo compagno Baios, a Miseno è morto il compagno di Enea, Miseno, e sempre in questa terra è avvenuto anche lo scontro tra dei e Titani.

Insomma i Campi Flegrei sono il luogo dove la storia delle città greche della Campania ha avuto inizio, il luogo dove i greci dell’Eubea decisero di stabilirsi per dare inizio alla colonizzazione di questa splendida e fertile terra.

La gigantomachia al Lago d’Averno

Cosa c’è da vedere ai Campi Flegrei?

Per rispondere a questa domanda ci vorrebbe un’enciclopedia più che un articolo su un blog ma proviamo comunque. Cominciamo col dire che i Campi Flegrei coprono un’area molto vasta che va da Capo Posillipo, quindi Napoli, fino a Cuma, se consideriamo l’area costiera. Nell’entroterra poi si estendono fino a Quarto. Un’area molto vasta caratterizzata dalla presenza di tutta una serie di vulcani.

Alcuni di questi vulcani sono attivi, come il cosiddetto supervulcano dei Campi Flegrei. Altri vulcani sono in spegnimento, come la solfatara di Pozzuoli mentre altri ancora sono completamente estinti, come quello che un tempo caratterizzava il Lago d’Averno. Il lago, infatti, occupa un antico cratere vulcanico. La presenza di tutti questi vulcani rende questa terra molto fertile e ricca di acque termali.

I siti da non perdere assolutamente ai Campi Flegrei sono i seguenti: Baia, Bacoli, Miseno, Pozzuoli e Cuma. Non dovete però dimenticare che sono parte dei campi flegrei anche le isole flegree, vale a dire Ischia, Procida e Vivara.

La colonizzazione greca.

In linea teorica si dovrebbe cominciare da Ischia, il primo luogo in cui i greci si fermarono in maniera alquanto stabilmente per poi spostarsi a Cuma. I greci, giunti dall’Eubea nell’VIII secolo a.C. crearono a Ischia, antica Pithecussa, un emporio commerciale, vale a dire un centro per gli scambi commerciali. Poi però si spostarono sulla costa cumana per creare un vero e proprio abitato.

Questo abitato prese il nome di Cuma, Kyme, che secondo alcuni significherebbe “onda”, in onore delle onde che portarono i coloni greci presso le sue coste. La colonizzazione greca non è una vera e propria colonizzazione così come la intendiamo noi oggi. Nel’VIII secolo a.C. molti greci cominciarono a lasciare le loro terre a causa di carestie e cambiamenti politici importanti. C’era insomma chi scappava dalla fame e chi dai tiranni. Questi fuggiaschi andavano in cerca di nuove terre dove creare delle colonie che sarebbero diventate città nuove e indipendenti dalla madre patria.

Insomma i greci non volevano creare un imparo ma solo rifarsi una vita in un luogo più prospero. Certo i legami con la madrepatria spesso persistevano ma non c’era un rapporto di sudditanza.

Cosa vedere a Cuma?

A Cuma c’è un’intera città da visitare. Una città composta da un’acropoli e da un centro abitato vero e proprio. La città, come abbiamo già detto, fu fondata dai greci, poi occupata dai sanniti verso la fine del V secolo a.C. e infine dai romani. Con la caduta dell’impero romano passò ai bizantini, ai goti per poi essere attaccata anche dai pirati saraceni. Ma perché queste conquiste continue? Semplice, perché Cuma è in una posizione praticamente perfetta per il controllo del mare antistante.

L’acropoli di Cuma è famosa per la presenza di due templi quello di Apollo e il cosiddetto tempio di Giove, che quasi sicuramente è un tempio dedicato a Demetra. Alle pendici dell’acropoli c’è il famosissimo antro della Sibilla Cumana, una delle più famose sibille dell’antichità.

Per sapere di più sulla Sibilla Cumana

L’acropoli della città è sempre visitabile mentre la cosiddetta Crypta Romana e la città bassa lo sono solo in determinate occasioni. La Crypta Romana è una galleria lunghissima che collegava la città al porto romano che un tempo si trovava tra il golfo di Baia e il Lago d’Averno. Il cosiddetto Portus Iulius fu voluto da Agrippa ma ebbe vita breve e dopo pochi anni fu spostato a Miseno.

Il portus Iulius

Cosa vedere a Miseno e Bacoli?

A Capo Miseno si trova invece la famosissima Piscina Mirabilis. Si tratta di una cisterna romana, visitabile su prenotazione, realizzata per fungere da terminale per il lunghissimo acquedotto del Serino, l’acquedotto che serviva anche Napoli e Pompei. Questa cisterna forniva l’acqua alla flotta romana di stanza a Miseno e destinata al controllo di quasi tutto il Mediterraneo. Durante la visita potrete accedere all’interno della cisterna, che ha una capienza di quasi 13 mila metri cubi di acqua. All’interno potrete anche vedere delle iscrizioni realizzate nel ‘7/800 dai viaggiatori del Gran Tour.

A Bacoli, invece, si trova il sacello degli augustali, oggi immerso per metà nell’acqua e visibili solo dall’esterno, e la cosiddetta tomba di Agrippina che in realtà è un teatro.

La tradizione racconta che Nerone, dopo aver tentato di assassinare la madre avvelenandola, la uccise proprio nella sua abitazioni di Bacoli, chiudendo un capitolo molto importante della sua vita.

Cosa vedere a Baia?

A Baia non potete assolutamente perdere il complesso termale di epoca romana con le sue imponenti strutture. Una passeggiata tra edifici dalla storia secolare i cui resti hanno un fascino particolare, come il monumentale tempio dell’Eco. Il tempio è in realtà una piscina che faceva parte del complesso e la cui acustica gli è valso il nome di tempi dell’Eco.

Altra tappa obbligatoria è il porto sommerso di Baia. Di fronte alla costa di Baia è possibile osservare le strutture dell’antico porto romano, di una villa e di una strada sommerse a causa del bradisismo. Avete diverse opzioni per ammirare queste rovine, quella più accessibile a tutti è il battello con il fondo vetrato. Se poi siete pratici potete darvi anche al diving o all’attività di snorkeling.

Centro Sub Campi Flegrei

Cosa vedere a Pozzuoli?

Pozzuoli è la città che presenta il maggior numero di rovine tutte però di epoca romana. della città greca, Dicearkia, non sono rimasti che due cocci di ceramica, tutto il resto risale al periodo in cui i romani fecero di questa città il porto di Roma. Eh sì perché Ostia è arrivata solo dopo. A Pozzuoli arrivavano le merci più pregiate, soprattutto dal nord Africa e il commercio era dunque molto fiorente.

A Pozzuoli potete visitare l’anfiteatro con tanto di sotterranei e potrete vedere dall’esterno l’antico macellum romano, vale a dire il mercato al coperto (oggi noto come serapeo). Una tappa obbligatoria dovete però farla al Rione Terra uno dei quartieri più suggestivi della città, oggi deserto a causa del bradisismo. Qui potrete vedere i resti sotterranei dell’antico foro romano e la splendida cattedrale cittadina. La cattedrale, che ha subito un grave incendio nel 1964. Oggi racchiude in sé le due anime di questo edificio e cioè l’antico tempio romano e la chiesa barocca.

Visite guidate

Insomma come avete potuto capire si tratta di luoghi fantastici di cui vi ho raccontato solo alcune storie. Se volete conoscere ogni angolo dei Campi Flegrei, se volete conoscerne la storia, gli odori e i luoghi scegliete una delle mie visite guidate.

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Da vedere ai Campi Flegrei
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I Campi Flegrei hanno fatto da sfondo a eventi mitologici e storici che non potete non conoscere. Scopriamo insieme questa terra e le sue bellezze.
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Morosofi Guided Tours
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