La casa del Fauno a Pompei

La casa del Fauno

Un Fauno a Pompei

Negli anni ‘30 dell’800, nella cosiddetta Casa del Fauno di Pompei, fu rinvenuta una statua che rappresenta un Fauno o meglio un Satiro Danzante. La casa in questione copre un’area di 3000 mq e occupa un intero isolato, ecco perché è considerata una delle più spettacolari. 

Eppure se andate a Pompei e vi recate in questa grande abitazione resterete alquanto delusi se con voi non c’è qualcuno che riesce a farvi vedere anche quello che non c’è più. Tutta la decorazione a mosaico che l’ha resa così spettacolare per quasi due secoli, infatti, è ormai al Museo Archeologico di Napoli per cui, a parlarci dei suoi fasti, restano le enormi dimensioni.

Perché un Satiro?

Il Satiro Danzante che oggi vedete nella casa del Fauno di Pompei è una copia, l’originale è conservato al Museo Archeologico di Napoli. L’opera non si trovava nell’impluvio dell’atrio principale della casa, come appare oggi, bensì sul bordo della vasca. La base sulla quale poggia oggi non è la sua e dietro la statua doveva esserci anche una bellissima tavola in marmo. 

L’atrio era forse il luogo più importante di una casa aristocratica in quanto era qui che entravano coloro che volevano incontrare il padrone di casa. Qui si facevano un’idea della sua potenza politica e non. La casa del Fauno vanta ben due atri (uno pubblico principale e uno privato a destra dell’ingresso principale) e due grandi giardini. 

Un’iscrizione osca rinvenuta nell’abitazione ci parla di un personaggio appartenente alla famiglia dei Sadrii o Satrii. Messa così capirete che il nostro Satiro Danzante potrebbe essere un emblema della famiglia che occupava l’abitazione. Se a questo aggiungiamo che la casa è piena di mosaici a tema dionisiaco, tema nel quale i satiri non mancano mai, il quadro è completo.

I marmi, i mosaici e le decorazioni in generale, incluso il Satiro, che è un originale del II a.C. Fungevano da biglietto da visita del proprietario di casa insomma. 

Un articolo interessante sull’argomento.

L’ingresso della casa del Fauno

La casa, come anticipato, ha due atri e due giardini. L’atrio è quell’ambiente attorno al quale troviamo normalmente gli ambienti pubblici della casa, quelli privati in genere sono collocati attorno al giardino. In questo caso però gli atri sono due, uno di rappresentanza, a sinistra, e uno privato a destra. 

Attorno all’atrio privato sono collocati ambienti di servizio e altri sono raggiungibili tramite un corridoio. Quest’ultimo porta alle cucine, alla stalla e ad altre camere private. Per accedere nell’atrio principale si passava dal vestibolo ma prima ancora si doveva salire sul marciapiede antistante la casa dove ad accogliere i visitatori c’era una scritta a mosaico: HAVE. 

Il termine Have (vedi immagine) è usato per dare il benvenuto ma è in latino e la casa, invece, nasce in epoca osca, all’inizio del II secolo a.C. All’epoca un nuovo proprietario aveva cominciato a comprare delle vecchie case più piccole per fonderle in un’unica abitazione che raggiungerà le attuali misure nel I a.C.

Ma se il proprietario è osco che c’entra la scritta in latino? La città nel II a.C. era ormai sotto il controllo romano, pur essendo ancora abitata da osci, e il proprietario della casa voleva forse sottolineare il suo legame con i nuovi “dirigenti”. 

Esploriamo la casa

Superata la soglia della porta ci ritroviamo nelle fauces, l’ingresso vero e proprio. La decorazione, ancora in loco, è spettacolare. Sul pavimento ci sono tantissimi triangoli in calcare colorato e alle pareti due tempietti in stucco (vedi immagine).

L’Arrio

Si accede quindi all’atrio che ha al centro la vasca dell’impluvio, usata per raccogliere l’acqua piovana attraverso una corrispondente apertura nel soffitto (compluvio) che finiva in una cisterna che si trova sotto il pavimento della casa. 

Nell’angolo in basso a sinistra della casa c’è il cosiddetto cubicolo 28, con tracce della presenza di due letti, un tempo decorato con un mosaico che rappresenta l’amplesso tra un satiro e una menade. Doveva trattarsi del cubicolo padronale. Non sappiamo se ci fosse o meno un secondo piano sull’atrio, anche se il ritrovamento di alcune semicolonne fa pensare di si. 

In fondo al centro c’era il tablino, la sala principale, una specie di ufficio. C’è un gradino che separa l’ambiente dall’atrio. Ai lati troviamo 4 sale, 2 a destra e 2 a sinistra, decorate con mosaici che rappresentavano animali e leccornie varie, che fungevano da sale da banchetto. Quattro sale da banchetto nella sola zona pubblica sono tante, il che significa che il proprietario aveva molti clienti ai quali era solito offrire dei pranzi. 

I giardini

Il primo peristilio/giardino è più piccolo, su di esso affaccia la famosa esedra decorata con lo spettacolare mosaico di Alessandro Magno, che si trova oggi al Museo Archeologico di Napoli.

Il secondo peristilio è molto più grande e fu aggiunto alla casa in un secondo momento quando fu fatto un restyling generale anche della decorazione. In fondo al giardino si nota un ambiente con una specie di bancone. Davanti a questa stanza è stata eliminata una colonna del colonnato del giardino per permettere di vedere meglio al suo interno. 

Secondo alcuni si tratterebbe di un luogo in cui erano conservate delle statue rappresentanti importanti personaggi della casa, un’altra ipotesi però vede in questo ambiente un luogo per mettere in scena delle rappresentazioni teatrali domestiche. 

Visite guidate

Se volete scoprire questa casa e l’area archeologica di Pompei in generale vi aspetto per una visita guidata. Organizzo sia tour di gruppo che privati quindi adatti ad ogni esigenza. Se siete interessati Cliccate qui

 

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